[Original English]
Dalle alture che circondano Valderice il paesaggio appare nella sua impareggiabile bellezza, nell’alternarsi di colori ora forti ora sfumati che rendono unico questo palcoscenico naturale avvolto da un clima mite tutto l’anno. Ai superbi panorami valdericini è legata la posizione della Piazza Cristo Re, che la strada principale del paese separa dall’omonima Chiesa (eretta nel 1950 e sei anni dopo divenuta Matrice). Con la sua diruta chiesa, la collina di San Barnaba ci porta ad immagini lontane nel tempo, rese ancor più seducenti dal percorso paesaggistico che attraversa la Pineta Comunale. E’ uno dei polmoni verdi del paese, meta prescelta per il relax nelle serate estive, dotata di attrezzature per il gioco dei più piccoli e per lo sport. Ai suoi margini, scavata in un costone della collina, quella che un tempo fu una cava di tufo abbandonata è oggi una grande arena ad anfiteatro dove le immagini e i suoni dello spettacolo dell’arte si fondono con quelli dello spettacolo naturale. Pur non rinunciando ad una originale modernità, il Teatro di San Barnaba, inaugurato nel 1993, presenta linee e concezioni classiche con un palcoscenico circolare ed una gradinata ornamentale che rievoca la rotondità ellittica dell’anfiteatro romano. Da qualunque punto la si osservi, sembrano giungere a noi la fresca brezza di tramontana e l’aria salùbre che avvolgono la collina di Misericordia con il suo Parco Urbano. La macchia mediterranea, le pietraie, i boschetti, le aree attrezzate, i viottoli che attraversano i 19 ettari dell’area (protetti da un moderno sistema anti incendio), hanno reso il rude colle un luogo ideale per salutari passeggiate ecologiche. Dalla collina di Misericordia si gode l’impareggiabile visione della piana di Bonagia. Laggiù il territorio di Valderice è baciato dal mare. L’area costiera compresa tra il Monte Cofano ed il Monte Erice è una delle zone della provincia di Trapani più importanti dal punto di vista ambientale e paesaggistico. Per sfruttare la spiccata vocazione turistica di questo tratto di costa, è iniziata una utile opera di riqualificazione e rivalutazione attraverso l’attenuazione del dissesto idrogeologico e dei processi di degradazione, con particolare riferimento al recupero del tratto terminale del fiume Forgia (dove più consistente è la cementificazione) ed il riordino della spiaggia prossima alla sua foce. Il lido Forgia non è solo meta di bagnanti: eccezionale valenza scientifica ha assunto la nidificazione di una tartaruga marina della specie ‘caretta caretta’; un evento straordinario ove si consideri che sino ad oggi non si hanno notizie certe di altre deposizioni di uova di ‘caretta caretta’ sulle coste tirreniche della Sicilia. La Baia di Cortigliolo è un tipico esempio di come oggi possano efficacemente coniugarsi moderne esigenze di fruizione turistica e tutela del paesaggio naturale: spiaggia, scogli e spazi per rilassanti passeggiate a due passi dal mare fanno di Lido Valderice un frequentatissimo centro balneare e di villeggiatura. Per tutto il XIX secolo la baia di Cortigliolo ha rappresentato il limite nord del feudo Rizzuto-Sciare dei baroni di Cuddìa, nel quale svettava una torre merlata eretta nella metà del ‘500 con funzione di difesa delle attività agricole. Nota come ‘Torre Sciare’ , l’elegante emergenza architettonica, restaurata, è oggi incorporata in un baglio ai margini del quale è sorto un complesso turistico. 6. Il piccolo golfo di Bonagia, approdo naturale per imbarcazioni da diporto, è incastonato in un suggestivo scenario. Circondato dalle pittoresche casette dei pescatori (cui fa da contraltare la imponente mole del Monte Cofano), il porticciolo è dominato da due emergenze architettoniche di rilevante importanza storica e sociale: la torre e la tonnara. Eretta verso la fine del 1400 a difesa della tonnara e della cala, la Torre di Bonagia nel 1624 fu espugnata e distrutta dai pirati turchi. Ricostruita due anni dopo sul modello della precedente, di forma quadrata a base scarpata, perfettamente conservata nelle sue massicce linee, continua ad essere il simbolo della locale cultura marinara. E’ difficile stabilire quando fu edificata la Tonnara; certamente prima della torre. Un documento attesta che nel 1638 venne acquistata dagli Stella (i Duchi di Castel di Mirto proprietari anche della tonnara di Cofano). Varcando il portone d’ingresso si accede al grandissimo baglio, chiuso dagli appartamenti del rais, dal palazzotto che ospitava i Duchi di Castel di Mirto, dagli alloggi per la ciurma e dai magazzini. Sul fondo dell’ampio cortile, la chiesetta con il Santo protettore (cui la ciurma chiedeva copiose mattanze e protezione contro le insidie del mare). Il complesso conserva la sua antica bellezza nelle strutture sapientemente restaurate (mantenendo le originarie caratteristiche di stile e materiali) ed adibite a lussuoso complesso turistico, armonicamente integrato con l’ambiente naturale circostante. Questo è tutto ciò che rimane (e non è poco) di quella che nel primo ventennio del ‘600 fu la più fertile tonnara del Trapanese e una delle più ricche del Regno.