[Original English]
Per comprendere appieno la vita, il costume, il credo religioso del popolo valdericino, bisogna fermarsi a contemplare le numerose edicole votive disseminate qua e là lungo le vie principali e nella campagna. Veri e propri ‘santuari’ della cult ura popolare, i ”fiureddi” o “cappilluzze” (come vengono chiamate volgarmente) per secoli hanno rappresentato il punto di riferimento per i fedeli che non potevano raggiungere il Santuario di Custonaci o la vetta di Erice per rendere omaggio alla Madonna. Davanti ad esse hanno piegato il capo in segno di cristiana reverenza ed hanno devotamente pregato tantissime umili e semplici persone. Molte erano votate ai Santi, dei quali ospitavano un piccolo simulacro ed ai quali si impetrava l’intercessione per guarire da una malattia o per altre necessità Nel 1741 erano ben 35 le chie se e gli oratori presenti nel territorio dell’attuale Valderice. Parte di questo patrimonio oggi è del tutto scomparso o irrimediabilmente danneggiato, come per esempio la Chiesa di San Barnaba, secondo il Castronovo fondata in epoca normanna (nel XII secolo), secondo altri studiosi addirittura esistente prima dell’arrivo degli Arabi. Nel silenzio della collina, le mute pietre e gli instabili archi testimoniano i secoli di storia che avvolgono questo eremo, frequentato da monaci cistercensi provenienti dall’Oriente e nel 1919 già ridotto ad un cumulo di macerie. Come il culto per San Barnaba, anche quello per l’Evangelista San Marco (connesso alla vita agreste nel periodo di primavera e documentato già nel XV secolo) è legato alla vocazione agricola del territorio. A lui era dedicata la seicentesca chiesa che si trovava nell’omonima borgata. L’attual e edificio sacro, intitolato a Maria Santissima della Purità , fu eretto nel 1866 di fronte all’originaria chiesetta e si deve a Don Natale Ancona. Secondo il Castronovo l’originaria struttura della Chiesa dell’Apostolo Sant’Andrea (nell’omonina borgata) esisteva già in epoca normanna. L’odierna struttura risale alla metà dell’800. La Chiesa di San Giacomo Minore in Ragosia fu fondata dal sacerdote ericino Giacomo Barbieri nel 1535. Ampliata ed abbellita nel 1726, restaurata nel 1855, presenta all’interno un altare nel quale è posta una statua in stucco di San Giacomo. Ottocentesco è il bel pavimento in maiolica smaltata. Il casamento contiguo alla Chiesa (che il Castronovo fa risalire al 1630) è oggi dimora estiva della famiglia Rallo. Ai margini della frazione Casalbianco, in zona Pietra Incarnata (così chiamata per il colore ed il nome dell’alabastro calcareo che vi si estraeva), nel 1874, grazie al contributo finanziario della gente della contrada, venne edificata la Chiesa dedicata all’ Immacolata e a San Giuliano Martire. Ad un culto ultrasecolare è legato il Santuario di Maria Santissima della Misericordia, eretto nell’omonima contrada nel ‘600, addossato ad una rupe. L’attuale struttura, ultimata nel 1769 su progetto dell’architetto trapanese Giovanni Biagio Amico, si deve al beneficiale don Francesco Stacca (al quale è legato anche il nome dell’omonima fonte che si trova ai margini dell’arteria principale del paese, sulla quale fece costruire una copertura a cupola, in dialetto chiamata ‘ cubba’ da cui il toponimo ‘Cuba di Stacca’). Restaurata ne l 1979, la chiesa è a navata unica con tre altari e cappellone, sull’ara del quale è collocata una tela a olio, attribuita ad Andrea Carreca, che raffigura la Madonna della Misericordia in atto di placare l’indignazione del Figlio e muoverlo a pietà per i colpevoli figli di Adamo. 4. Il Santuario, meta di pellegrinaggi sin dalla sua fondazione, sorge nel sito dove alla metà del ‘600 v’era una piccola cappella con l’immagine della Ver gine Maria che, si narra, aveva guarito un anziano artigiano ericino, un tale ‘zio Girolamo Verderame’. La prodigiosa guarigione per intercessione della Vergine suscitò la devozione de i fedeli verso la miracolosa effigie e la nascita di un culto che ancora oggi, a distanza di secoli, è vivo e sentito. Nel giorno della Madonna (l’8 settembre), una suggestiva processione che attraversa le piccole e sinuose strade della contrada Misericordia, addobbate per l’occasione con piccoli altari, rinnova annualmente la fede delle famiglie per la Madre di Dio, dispensatrice di speranza.